un corso gratuito di difesa personale e antiaggressione femminile. Con l’aiuto di due psicologhe, ampio spazio anche agli aspetti più intimi, che riguardano gli stati d’animo delle donne vittime di abusi, quali paura ed ansia. Algeri: «Abbiamo mostrato una estrema sintesi di tecniche provenienti da diverse arti marziali tradizionali, che non sono solo un metodo di autodifesa, ma anche pratiche che possono migliorare forma fisica e stato mentale».
La FABI di Bergamo in campo contro la violenza sulle donne. Insieme al Raggruppamento di Bergamo del gruppo Donatori di sangue di Intesa Sanpaolo, all’Avis comunale, alla Federazione italiana Krav Maga e alla Shimesu Karate-Do Shotokan, ha organizzato un corso gratuito di difesa personale e antiaggressione femminile. C’erano un centinaio di donne sabato scorso, all'Auditorium Centro risorse di Bergamo, per celebrare la “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne”, per non dimenticare un crimine che, in Italia, ha ucciso 106 donne in questi ultimi undici mesi dell’anno.
La serata è stata aperta da due psicologhe, Giulia Boffelli e Marta Colombo, che hanno parlato di paura e ansia. Partendo dalla lettera della sorella di Giulia Cecchettin, la giovane uccisa dall’ex fidanzato pochi giorni fa, le due professioniste hanno proposto un’analisi dei fattori di rischio alla base del fenomeno della violenza fisica, sessuale e psicologica ancora oggi frequentemente inflitta alle donne. «Ben vengano serate come queste – ha dichiarato la dottoressa Boffelli – Parlare di queste problematiche aiuta ad acquisire una maggiore consapevolezza delle violenze subite e a trovare il coraggio per cercare aiuto». L’evento è proseguito con lo spazio dedicato alla difesa personale. «Anche questa volta – ha sottolineato Giuseppe Algeri, segretario provinciale della FABI, esperto di arti marziali e promotore della serata – abbiamo voluto mostrare alle numerose partecipanti una estrema sintesi di tecniche provenienti da diverse arti marziali tradizionali. Le arti marziali, tutte, apportano moltissimi benefici alle donne, non solo perché insegnano metodi di autodifesa, ma anche perché sono delle pratiche che possono migliorare la forma fisica e lo stato mentale». Un’iniziativa contraddistinta da una grande partecipazione e un forte coinvolgimento. «Insegnare è sempre una gran bella emozione – ha sottolineato Dario Locatelli, istruttore della Federazione Italiana Krav Maga – ed enorme è la soddisfazione nel vedere delle donne che non si erano mai avvicinate alla difesa personale apprendere rapidamente e con semplicità le tecniche, seppur base, che abbiamo mostrato loro». Al termine della serata alle partecipanti è stata mostrata una strategia di mutuo aiuto, una sorta di messaggio in codice che le donne in difficoltà possono utilizzare per chiedere l’intervento esterno senza farsi notare dal loro aggressore: il Signal For Help. Si tratta di un gesto che arriva dal Canada. La Canadian Women’s Foundation lo ha introdotto il 14 aprile 2020 quando, durante la pandemia di coronavirus, la violenza domestica è aumentata in tutto il mondo e molte donne si sono trovate a dover convivere con i loro partner violenti senza poter fare appello ad alcuna rete di salvataggio. Consiste in una mano con quattro dita alzate e il pollice piegato sul palmo con le dita che si aprono e si chiudono in un pugno. Il gesto si è diffuso su TikTok e sui social fino ad arrivare all’International Women’s funding network (WFN), ai media canadesi e a quelli di tutto il mondo. Contro ogni tipo di violenza domestica e stalking è inoltre possibile chiamare il 1522, numero gratuito attivo 24 ore su 24 anche da cellulare.
La FABI di Bergamo in campo contro la violenza sulle donne. Insieme al Raggruppamento di Bergamo del gruppo Donatori di sangue di Intesa Sanpaolo, all’Avis comunale, alla Federazione italiana Krav Maga e alla Shimesu Karate-Do Shotokan, ha organizzato un corso gratuito di difesa personale e antiaggressione femminile. C’erano un centinaio di donne sabato scorso, all'Auditorium Centro risorse di Bergamo, per celebrare la “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne”, per non dimenticare un crimine che, in Italia, ha ucciso 106 donne in questi ultimi undici mesi dell’anno.
La serata è stata aperta da due psicologhe, Giulia Boffelli e Marta Colombo, che hanno parlato di paura e ansia. Partendo dalla lettera della sorella di Giulia Cecchettin, la giovane uccisa dall’ex fidanzato pochi giorni fa, le due professioniste hanno proposto un’analisi dei fattori di rischio alla base del fenomeno della violenza fisica, sessuale e psicologica ancora oggi frequentemente inflitta alle donne. «Ben vengano serate come queste – ha dichiarato la dottoressa Boffelli – Parlare di queste problematiche aiuta ad acquisire una maggiore consapevolezza delle violenze subite e a trovare il coraggio per cercare aiuto». L’evento è proseguito con lo spazio dedicato alla difesa personale. «Anche questa volta – ha sottolineato Giuseppe Algeri, segretario provinciale della FABI, esperto di arti marziali e promotore della serata – abbiamo voluto mostrare alle numerose partecipanti una estrema sintesi di tecniche provenienti da diverse arti marziali tradizionali. Le arti marziali, tutte, apportano moltissimi benefici alle donne, non solo perché insegnano metodi di autodifesa, ma anche perché sono delle pratiche che possono migliorare la forma fisica e lo stato mentale». Un’iniziativa contraddistinta da una grande partecipazione e un forte coinvolgimento. «Insegnare è sempre una gran bella emozione – ha sottolineato Dario Locatelli, istruttore della Federazione Italiana Krav Maga – ed enorme è la soddisfazione nel vedere delle donne che non si erano mai avvicinate alla difesa personale apprendere rapidamente e con semplicità le tecniche, seppur base, che abbiamo mostrato loro». Al termine della serata alle partecipanti è stata mostrata una strategia di mutuo aiuto, una sorta di messaggio in codice che le donne in difficoltà possono utilizzare per chiedere l’intervento esterno senza farsi notare dal loro aggressore: il Signal For Help. Si tratta di un gesto che arriva dal Canada. La Canadian Women’s Foundation lo ha introdotto il 14 aprile 2020 quando, durante la pandemia di coronavirus, la violenza domestica è aumentata in tutto il mondo e molte donne si sono trovate a dover convivere con i loro partner violenti senza poter fare appello ad alcuna rete di salvataggio. Consiste in una mano con quattro dita alzate e il pollice piegato sul palmo con le dita che si aprono e si chiudono in un pugno. Il gesto si è diffuso su TikTok e sui social fino ad arrivare all’International Women’s funding network (WFN), ai media canadesi e a quelli di tutto il mondo. Contro ogni tipo di violenza domestica e stalking è inoltre possibile chiamare il 1522, numero gratuito attivo 24 ore su 24 anche da cellulare.
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DELL ' UFFICIO STAMPA DELLA FABI NAZIONALE
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